L’anno nuovo è appena cominciato, ma ci sembra che per gli animal-ambientalisti si rimanga sulla falsa riga di quello vecchio. Posizioni integraliste, di stampo fanatico fondamentalista
La convenzione è una estrema convinzione di essere i soli possessori del sacro verbo e una altrettanto sacra certezza che l’unico male dell’ambiente in Italia sia la caccia. Quale colpa debbono espiare gli italiani e i cacciatori, ci sarebbe da domandarsi, per esserci meritati i talebani dell’animalismo? Saperlo… saperlo! Nel resto d’Europa, molto spesso, le associazioni venatorie e quelle ambientaliste collaborano come Birdlife e Face.
In Italia, invece, tocca leggere comunicati stampa deliranti come quello uscito sui Key Concepts a firma delle principali associazioni animaliste. Un comunicato in cui si attacca il Ministero delle Politiche Comunitarie, per aver inviato dati scientifici sulla migrazione, raccolti da università ed altri enti di ricerca di tutto rispetto, alla Commissione Europea. Questa integrazione, va a sommarsi all’invio fatto dal Ministero dell’Ambiente, che ha ritenuto di inviare soltanto i dati in possesso di Ispra, istituto che da anni, per sua stessa ammissione, è nell’impossibilità di fare gli studi sulla migrazione necessari a fornire, ad esempio, i pareri per autorizzare i prelievi in deroga. Per questo, quindi, ci sentiamo legittimati a pensare che i “numeri” inviati dal Ministro Costa siano vecchi, o per lo meno incompleti. Cosa c’è di male, quindi, se a quelli “ufficiali” se ne aggiungono altri purché raccolti da Enti seri e con le carte in regola?
Secondo noi assolutamente niente. Purtroppo, per i pasdaran dell’animalismo e per qualche politico in cerca di voti, quei dati hanno un terribile peccato originale: sono raccolti, spesso, con il contributo, economico o di volontariato, dei cacciatori. Una colpa davvero imperdonabile.
Rifiutiamo quindi le accuse di voler imporre dati truccati per allungare la stagione di caccia. Siamo persone serie e il nostro impegno va alla tutela dell’ambiente in cui viviamo la nostra passione. Stesse considerazioni valgono per il piano nazionale di conservazione del lupo, bocciato a prescindere dagli animalisti. L’interesse degli allevatori non è distruggere il lupo ma neppure annientare gli agnelli. Si può voler ben a lupo ed agnelli trovando un equilibrio su informazioni e conoscenze scientifiche. Altro che cacciatore cattivo, lupo e Cappuccetto Rosso, oggi queste favole non si raccontano più neppure ai bambini, forse gli animalisti non se ne sono accorti. Noi ci affidiamo alla scienza, da sempre stella polare delle nostre decisioni. Niente a che vedere con il mondo animalista, che si muove solo in base ad ideologie e preconcetti degne del peggior integralismo.