Egregio Presidente, Egregio Assessore, queste associazioni venatorie: Enalcaccia, Arcicaccia, Liberacaccia, Italcaccia, che formano la Cabina di Regia delle Associazioni Venatorie della Toscana, pur riconoscendo il momento forse meno opportuno a causa della crisi sanitaria, desiderano sottoporvi una richiesta.
La collocazione della Regione Toscana nella “Zona Rossa” comporta restrizioni di movimento e di chiusura a salvaguardia della nostra salute, per combattere con le armi che abbiamo, “mascherina, distanza, igiene delle mani”, questo virus. Tuttavia, convinti e sicuri come siamo che riusciremo in breve tempo ad uscire da questa scomoda posizione, siamo a chiedere, come Associazioni Venatorie che, in caso di ritorno della nostra Regione nella “Zona Arancione”, l’attività venatoria non sia ridotta al solo comune di residenza anagrafica, ma sia prevista e concessa tale attività venatoria anche in tutto il territorio dell’A.T.C. di residenza venatoria alla quale siamo iscritti o nel proprio distretto d’iscrizione per gli ungulati. Infatti, la caccia vagante o da appostamento viene spesso esercitata singolarmente, quindi con bassissima possibilità, se non nulla, di contagio. Inoltre, siamo consapevoli che, se non interveniamo in modo decisivo nel prelievo venatorio di alcune specie, il loro riprodursi con facilità, produrrà un esponenziale aumento dei danni alle produzioni agricole (danni che dovremmo pagare con le nostre tasse ed i nostri versamenti agli A.T.C.) e degli incidenti stradali, oltre a un aumento di specie opportuniste e predatrici con gravi problemi per l’equilibrio di tutta la fauna.
Nell’augurarci che, dopo questo periodo, la nostra regione possa tornare direttamente nella meno restrittiva “zona gialla” siamo anche certi che vogliate accogliere le nostre richieste, che rispondono a quelle della stragrande maggioranza dei cacciatori.
Le Associazioni Venatorie Arcicaccia, Liberacaccia, Enalcaccia, Italcaccia