Girano voci non corrette sul processo decisionale che ha portato alla riduzione degli orari di addestramento dei cani nell’ATC 11 e ci sembra doveroso un chiarimento. Arci Caccia non è stata minimamente coinvolta o consultata nella discussione ed è venuta a conoscenza del provvedimento solo a cose fatte, apprendendone i dettagli solo al momento della pubblicazione del calendario venatorio. A quello che ne sappiamo il provvedimento, preso dalla Regione su richiesta dell’ATC 11 è frutto di una proposta di un’associazione venatoria, non la nostra, con lo scopo dichiarato di proteggere i capi di selvaggina appena immessi. Pur trovando condivisibile lo spirito dell’iniziativa, troviamo il provvedimento troppo coercitivo nella sua formulazione, specialmente nella riduzione dell’orario di sciolta mattutino, che obbliga i cacciatori ad uscire dopo le 7.00 con il sole già alto e le temperature in salita. La sciolta dei cani, oltre ad essere una tradizione consolidata, è fondamentale per garantire l’arrivo degli ausiliari al giorno dell’apertura nel giusto stato di forma, condizione necessaria ad evitare infortuni e malori quando la caccia aprirà sul serio e, a nostro parere, i cacciatori devono essere messi in condizioni di praticarla nel rispetto delle colture e degli animali selvatici. Ci sembra curioso, però, che sui social appaiano dichiarazioni di soci e dirigenti di un’associazione venatoria che incolpano l’ATC di questo provvedimento, soprattutto visto che la suddetta è presente in forze nel comitato di gestione (dove noi invece non siamo rappresentati) e quindi ha sicuramente contribuito all’approvazione. Che la testa non sappia quello che fa la coda? Ci sembra improbabile. Per il futuro vogliamo rivolgere un appello sia all’ATC che alle altre associazioni: incrementiamo la concertazione, sia l’ATC a convocare periodicamente le associazioni e a sottoporre al parere di tutti, cercando una sintesi, i provvedimenti che poi su tutti hanno effetti. In questo modo, sicuramente si sarebbero evitati malumori di tanti cacciatori di tutte le associazioni e i distinguo di chi, come noi, niente sapeva del provvedimento.
Intanto, noi rimaniamo della nostra idea, la scarsa riuscita dei ripopolamenti è dovuta essenzialmente alla mancanza di strutture di ambientamento, al lancio degli animali in luoghi poco adeguati e alla scarsa cura dei soggetti nel post immissione. Già con questi piccoli accorgimenti potremmo vedere significativi miglioramenti.
Arci Caccia Pistoia