La pubblicazione del nuovo regolamento dell’Area Contigua alle Riserve del Padule di Fucecchio ci ha riempito di perplessità e preoccupazione.
E, per questo, martedì pomeriggio, Arci Caccia Pistoia ha incontrato l’Assessore all’Ambiente Federica Fratoni a cui ha consegnato il comunicato allegato e riportato di seguito. Siamo grati all’Assessore della disponibilità dimostrata e dell’impegno a rivedere il regolamento in tempi brevi, trovando forme di tutela delle Riserve Naturali con impatto diverso sull’attività venatoria e soprattutto modificare il regolamento nei passaggi che creano cacciatori di serie A e di serie B.
Arci Caccia Pistoia: Regolamento dell’Area Contigua del Padule di Fucecchio, più problemi che soluzioni
Proprio non ci piace il nuovo regolamento, appena approvato dalla Regione, che disciplina varie attività fra cui la caccia nell’area contigua delle Riserve Naturali del Padule di Fucecchio. Quest’area, di particolare pregio naturalistico, è particolarmente ambita dai cacciatori pistoiesi che vi praticano la tradizionale forma di caccia da appostamento a palmipedi e trampolieri ma anche la caccia da appostamento alla minuta selvaggina, al colombaccio e la parimenti tradizionale caccia vagante con il cane alla selvaggina nobile stanziale, ai rallidi, ai beccaccini e ai palmipedi. In questa forma di caccia, particolare importanza riveste l’attività di aspetto mattutino alle anatre in rientro dalle pasture notturne. Ebbene, nel nuovo regolamento esistono tre problematiche che mettono in crisi queste attività importanti per centinaia di cacciatori pistoiesi. Il divieto di realizzazione di nuovi appostamenti diversi da quelli per palmipedi e trampolieri e di trasformazione di appostamenti preesistenti in capanni diversi da quelli di cui sopra.
L’ampliamento dell’area di interdizione dell’uso di munizionamento di piombo, con la sparizione della ZPS piombo, che creerà seri problemi ai titolari di appostamento fisso alla minuta selvaggina e a coloro che cacciano il fagiano in forma vagante. Ma il problema più serio lo pone questo estratto dell’Art.15: “…l’esercizio venatorio vagante è consentito da due ore dopo l’orario stabilito dal calendario venatorio e termina nell’orario previsto dal calendario venatorio regionale;” Questo, infatti, cancella di fatto la possibilità di praticare la classica caccia alle anatre al rientro mattutino dalle pasture, se non da appostamento temporaneo e limita fortemente la caccia con il cane togliendo una buona fetta della mattinata. Si tratta di attività poco impattanti dal punto di vista del prelievo venatorio, ma molto importanti per centinaia di cacciatori pistoiesi. Ci sorge il legittimo sospetto che questa modifica sia stata fortemente richiesta dai titolari di appostamento fisso ai palmipedi, disturbati dalla presenza di altri cacciatori nelle vicinanze dei loro appostamenti. Siamo consapevoli della grande importanza, anche sul fronte della gestione dell’ambiente palustre, del lavoro svolto dai gestori dei chiari, ma la tutela delle loro aspettative non può passare per l’alienazione dei diritti dei praticanti le altre forme di caccia. Per questo, una volta letto il regolamento ci siamo molto stupiti di alcuni comunicati stampa, usciti nello scorso mese, scritti da associazioni venatorie che si attribuivano il merito degli indirizzi di questo regolamento. A noi decisamente non piace e lo troviamo profondamente ingiusto, quindi chiediamo con forza che il regolamento venga modificato almeno in questo punto, restaurando i diritti di chi non ha la possibilità di svolgere la caccia al chiaro, attività sostanzialmente a numero chiuso ed economicamente non alla portata di tutti. Un solo raggio di luce lo vediamo solo in questo in questo passaggio, che chiediamo, però, che venga chiarito meglio: “Ai fini di consentire lo svolgimento dell’attività venatoria durante la stessa giornata in altri siti non interessati dai divieti di cui al presente articolo e nel rispetto delle disposizioni di cui agli articoli 20 e 20 bis della legge n. 110/75 e del D.Lgs. 10 agosto 2018, n. 104, è consentita la detenzione di munizionamento a piombo purché contenuto in appositi involucri integri che ne impediscano la pronta utilizzazione.”
Da tempo chiedevamo una soluzione per chi caccia in forma vagante a cavallo dei confini della Zps, ma occorre chiarire bene cosa si intende per involucro integro, in modo da non dare luogo a possibilità di
interpretazioni che da sempre si trasformano in salati verbali.