Nei giorni scorsi, abbiamo pubblicamente manifestato la nostra posizione sulla scelta dell’Urca di bloccare il piano di prelievo di femmine e piccoli di capriolo nel bel mezzo della stagione dei raccolti.
Sicuramente non abbiamo cambiato idea, il prelievo di questo cervide deve essere oggetto di profonde riflessioni, che però devono essere inserite nel cerchio più ampio della revisione della legge Remaschi, obbiettivo che resta irrinunciabile. Per noi niente interventi a gamba tesa, soprattutto con mezzi giudiziari, e soprattutto non contro i nostri principali alleati nella società civile, gli agricoltori. Comportamenti diversi, non sono accettabili, soprattutto da chi ha voluto rivolgere ruoli di gestione attiva, come appunto Antonio Drovandi, Presidente Nazionale URCA, Dirigente di Federcaccia e, cosa più importante in questo frangente, membro del comitato di Gestione di gestione dell’ATC Pistoia 11 in quota FIDC. Chi ricopre incarichi istituzionali, deve essere, ancor più degli altri, chiamato al dialogo e alla cooperazione, e non può permettersi iniziative che tutelando gli interessi della propria cerchia, danneggino il bene comune. Per questo, ci sentiamo di condividere la posizione espressa ieri in Regione, durante l’incontro con la Presidenza, dal delegato di Confagricoltura, che ha chiesto le dimissioni di Antonio Drovandi dal comitato di gestione dell’ATC 11. La richiesta è stata fatta in un’occasione istituzionale, alla presenza della Presidenza della Regione e dell’Assessore competente. Alla voce di Confagricoltura aggiungiamo le nostre a nostro parere sarebbe opportuno che coloro i quali l’hanno nominato in ATC si esprimessero facendo chiarezza sulla questione.
Arci Caccia Toscana
Anlc Toscana