Presentato al Senato con la partecipazione dei Ministri dell’Ambiente, della Giustizia e della Salute un disegno di legge che dietro al paravento della maggior tutela animale mostra tutta l’anima animalista e anticaccia del Movimento grillino, utilizzata chiaramente in veste elettorale
Ricorrentemente alcuni esponenti politici, poveri di idee quanto di voti, sentono il bisogno di far parlare di sé e ricordare ai loro pochi elettori che ancora esistono e siedono – almeno le poche volte che ci vanno – sugli scranni del Parlamento dove, invece di preoccuparsi del bene del Paese affrontando i tanti problemi che lo riguardano, non sanno fare altro che suonare sempre gli stessi vecchi dischi.
Lo stesso però fanno anche certi partiti che sedendo al Governo quella necessità di occuparsi di temi urgenti per la Nazione, dovrebbero sentirla in modo ancora più pressante e non occuparsi di sparate propagandistiche.
Non si spiega altrimenti la conferenza stampa che ha visto il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa insieme a quello della salute Giulia Grillo e della Giustizia Alfonso Bonafede per presentare il disegno di legge “ProteggiAnimali” (Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e al codice civile, nonché altre disposizioni in materia di tutela degli animali) a firma di Gianluca Perilli.
Non ci si venga a dire, infatti, che è casuale che un Ddl comunicato alla presidenza del Senato lo scorso 19 febbraio venga presentato da ben tre Ministri della Repubblica due settimane prima dell’appuntamento elettorale e annunciato con particolare enfasi dallo stesso Ministro Costa dalla sua pagina Facebook.
Non neghiamo che il Ddl abbia parti condivisibili e anzi degne di plauso da parte del mondo venatorio laddove va a inasprire le pene per pratiche condannabili come l’utilizzo di bocconi avvelenati o l’abbattimento di specie protette o in gravissimo stato di rischio di estinzione, reati contro i quali le associazioni venatorie e i cacciatori per primi si sono più volte esposti pubblicamente e che ogni giorno contrastano sul territorio.
O ancora la condanna più netta per il traffico illegale di cuccioli, i combattimenti fra animali, l’abbandono o le inutili violenze e maltrattamenti cui ancora troppo spesso sono sottoposti, pratiche che nessun cittadino può in alcun modo giustificare. Senza dimenticare che i cacciatori sono i primi ad amare e tutelare i propri cani.
Ma, e la cosa non ci sorprende vista l’origine del Ddl, quello che rigettiamo con forza è l’accostamento dell’attività venatoria regolata e sostenibile, quale è quella praticata nel nostro Paese, con il concetto stesso di violenza sugli animali che emerge sia da alcune frasi pronunciate durante la conferenza stampa che da una lettura dell’articolato, dove all’inasprimento di alcune pene legate alla pratica venatoria, già discutibili, oltre ad altre restrizioni minori, viene espressamente prevista l’abolizione dell’articolo 842 del Codice civile. Questo ovviamente metterebbe in crisi l’intero impianto su cui è costruita la legge 157/92 unitamente alla sua storica funzione sociale.
Al contrario da quanto affermato in conferenza stampa, non risulta che il Ddl sia già assegnato in Commissione Giustizia per il suo esame e francamente auspichiamo che ciò non avvenga mai con l’attuale formulazione. In ogni caso le Associazioni aderenti alla Cabina di regia(Federazione Italiana della Caccia, Enalcaccia, AnuuMigratoristi, Arcicaccia, Associazione Nazionale Libera Caccia, Italcaccia e il Comitato Nazionale Caccia e Natura) seguiranno con attenzione il suo eventuale iter, pronte a fare tutto quanto loro legittimamente consentito in modo che anche questa, come molte altre, resti solo l’ennesima sparata elettorale.