In merito all’apertura generale del 17 settembre Giancarlo Zaraffi Responsabile dell’ARCI Caccia di Arezzo e Consigliere Nazionale ha rilasciato la seguente dichiarazione: “Si torna a caccia e questa volta con i nostri fedeli amici, i cani. Si rinnova la festa della vita delle nostre belle ed invidiate campagne”.
Con noi è la speranza di belle giornate e di tanti “incontri”. Abbiamo consapevolezza dei molti errori commessi dagli ATC nella gestione e che, ha confermato la prova dei cani. I ripopolamenti sbagliati per la piccola selvaggina potrebbero essere premonitori di magri carnieri. È insito nel cacciatore non disperare, andremo a caccia fiduciosi. Sarà impegno dell’ARCI Caccia battersi nei nuovi ATC per eliminare le ombre e i limiti che hanno impedito quella gestione virtuosa e gratificante storicamente propria della provincia di Arezzo. Che chi come me ha avuto il piacere di vivere quella stagione da cacciatore e volontario impegnato nel mondo venatorio non può che rimpiangere. Purtroppo per interessi meno venatori, è andata dispersa. C’è necessità urgente di sgomberare il campo dai tatticismi di sopravvivenza della FIDC e degli ex ARCI Caccia che condizionano e hanno penalizzato l’attività unitaria per organizzare “matriosche” utili solo alle annessioni che ancora, malgrado siano comprovate dai fatti, si continuano a negare. Con lo scopo di arricchire la “dote” utile a chi di caccia vive, ma non a migliorare i carnieri anche di quella piccola selvaggina, che è cultura per gli aretini.
Nel mondo venatorio urge sincerità e trasparenza.
Un esempio la propaganda sulle modifiche alla legge sulle aree protette. Se salteranno le modifiche alla legge sarà perché il mondo ambientalista ha presentato oltre 1000 emendamenti, certo non filo caccia, attraverso i parlamentari che fanno ostruzionismo. Non per merito del mondo venatorio isolato e inascoltato che si compiace di conferenze stampa per appropriarsi di falsi titoli. Vendere fumo è pratica squalificante. Le pratiche di annessione sono concluse, speriamo si torni a lavorare per la caccia. Il cambio di nome annunciato dalla FIDC/ARCT per farne una delle diverse tessere FIDC produca non solo una “faccia” unica con gli “annessi”. Le responsabilità e l’attesa di risultati che fanno capo alla FIDC per i numeri e gli uomini messi in campo con varie sigle negli ATC aretini, non possono essere nella vita e nel futuro di enti che sono i soli che permettono la caccia popolare e sociale.
Si scioglierà la FIDC nazionale, come annunciato dai federcacciatori/ARCT sui social? Sarà solo CCT il nuovo nome di Federcaccia e annessi? Il tutto per consolidare i mali della gestione faunistica?
Intanto in Bocca al Lupo ai federcacciatori di tutte le sezioni, anche di quella FIDC/ARCT. A quanti sanno di essere iscritti e a chi sembra lo stia scoprendo in questi giorni. In Bocca al Lupo ai componenti di tutte le altre associazioni.
Preparare, unitariamente tra le associazioni venatorie nazionali presenti in Toscana un 2018 che sia venatoriamente gratificante, è l’ambizione che vorremmo realizzare condividendola con la più ampia platea possibile.