Se cercare il confronto per superare lo scontro ideologico sul tema caccia (di cui il Paese non ha certo bisogno) è un errore, allora i colpevoli sono innumerevoli.
Nessuno è immune: si sono inventate associazioni ambientaliste fatte in casa venatoria per essere riconosciute dal Ministero dell’Ambiente. Nel 2004 si è fatto un così chiamato “accordo storico” tra FACE Italia (Federazione Italiana della Caccia – Associazione Nazionale Libera Caccia – U.N. Enalcaccia P.T. – Anuu Migratoristi) con BirdLife, autorevolmente rappresentata in Italia dalla LIPU!!!
E allora, che dire…”Cercasi… Vergini!!”
Anche perché da quell’accordo è venuto un “peccato capitale”, che ha dato origine ad una serie di contenziosi sui calendari venatori che i cacciatori ancora oggi pagano.
Veniamo al tema più serio che è altro: la sicurezza durante l’attività di caccia, anche rispetto alle problematiche COVID 19. Ricordiamo che i calendari venatori regolano l’attività di caccia durante il suo esercizio, fucile in mano e cane fedele con noi. Ne consegue che, salvo “allucinazioni”, tutte le forme di caccia sono, per natura, distanziate, anche quelle cosiddette “in forma collettiva” sono praticate individualmente e d’obbligo con distanziamento.
Il problema per le “cosiddette squadre” si pone dopo e prima della caccia, quando ci si ritrova per mangiare insieme e quando, sempre insieme si tornava per la suddivisione della carne al punto di ritrovo. Lì, per questi appuntamenti, varranno, giustamente, le regole di tutela e precauzione che saranno in vigore in autunno alla data di apertura di questa forma di caccia. Per l’oggi, intanto, attendiamo di tornare a mangiare fuori al ristorante, all’aria aperta, distanziati, in sicurezza, dotati di tutti gli strumenti sanitari.
Non staremo vicini, ma insieme si.
Nell’interesse dell’Italia tutta, della tutela della salute di tutti i cittadini, ragioniamo con scienza e conoscenza: tra i vaccini più urgenti, necessità sicuramente sperimentarne uno che sconfigga i pregiudizi.