Continua la battaglia di Arci Caccia Pistoia per la rimozione di alcuni vincoli ingiusti dal Regolamento delle Aree Protette e delle Aree Contigue del padule di Fucecchio. Per questo l’associazione ha inviato una lettera agli Assessori Monni e Saccardi per chiedere modifiche urgenti prima dell’inizio della stagione venatoria. Per Arci Caccia tutte le forme di attività venatoria hanno la stessa dignità e meritano uguale rispetto e spetta alla politica ed agli enti deputati alla gestione trovare il modo di farle coesistere.
Oggetto: Richiesta di Modifica “REGOLAMENTO DEL SISTEMA DELLE RISERVE NATURALI REGIONALI “Padule di Fucecchio” (FI-PT) e “Lago di Sibolla” (LU) e relative Aree contigue”
La scrivente Associazione richiede le seguenti modifiche all’Art 15 comma 2:
- b) l’esercizio venatorio da appostamento fisso è consentito secondo l’orario previsto nel calendario venatorio regionale; l’esercizio venatorio vagante è consentito da due ore dopo l’orario stabilito dal calendario venatorio e termina nell’orario previsto dal calendario venatorio regionale;
- g) divieto di uso del cane da seguita all’interno delle aree contigue classificate come Zone umide di importanza internazionale – RAMSAR – per l’intera stagione venatoria;
La limitazione di orario per i praticanti la caccia vagante ci sembra assolutamente inutile al fine di conseguire l’obbiettivo, più volte dichiarato, di limitare la pressione venatoria a carico della selvaggina presente nell’area contigua. Mentre appare eccessivamente punitiva verso la forma di caccia alla migratoria acquatica meno impattante verso la selvaggina. Per questo ne chiediamo la rimozione.
Il divieto di utilizzo del cane da seguita nell’area, concepito presumibilmente per limitare il disturbo nell’area, impedisce l’applicazione delle forme di prelievo più performanti a carico del cinghiale. E, visto l’impatto che questo animale ha sul resto della fauna selvatica, specialmente l’avifauna nidificante, sull’agricoltura, soggetta a danni ingenti nelle aree limitrofe alle riserve naturali e l’incombente minaccia della PSA, chiediamo la rimozione del divieto.