“L’unità del mondo venatorio deve essere una risposta alle problematiche della caccia e dei cacciatori non ai problemi strutturali o organizzativi delle varie associazioni”
“L’unità di intenti per uno scopo comune è il primo obiettivo da perseguire.
Così il Presidente Buconi in un passaggio della relazione all’Assemblea Nazionale Fidc di cui abbiamo avuto notizia da Facebook.
Alcune considerazioni. È positivo che abbia rivolto l’invito alle associazioni venatorie a superare l’autoreferenzialità cercando di sopravvivere a sé stesse. Umilmente, già il nostro documento congressuale allertava rispetto a questa preoccupazione ed è così che è stato inviato alle Associazioni Venatorie e agli altri portatori d’interesse dai quali ci interessava ricevere un contributo.
Il presidente di FIdC ha espresso una seconda importante considerazione: il fermo diniego all’associazione unica proposta “urbi et orbi” dalla FIdC in Toscana. Mai realizzata neppure con l’ANUU, nemmeno laddove è “sclerotizzata” in una Confederazione che non sfocia nell’Associazione unica. Per schiettezza e sincerità del dibattito invitiamo a comportamenti coerenti. Non vorremmo che le dichiarazioni rappresentate restassero “Scusa non richiesta”. Per trasparenza vogliamo narrarci.
Non ci siamo mai posti il tema dell’organizzazione interna di altre associazioni, se questo intende per problemi “strutturali e organizzativi” il Presidente Buconi.
C’è chi ha scelto il Monarca e fino a che non “abdica” regna. Dal rinnovamento ci liberi Iddio.
C’è chi ha una platea elettorale più rappresentativa e chi la preferisce ristretta. A noi piacciono le scelte che abbiamo fatto, partecipazione ampia, statuto ETS, contenuti chiari. Se le domande che vuole fare indirettamente Buconi sono altre e, anche se non dirette noi, comunque, proviamo ad esplicitare. Siamo lieti di aver avuto adesioni consolidate con gli stessi numeri del 2020, di avere crescita di soci e militanti nelle realtà dove abbiamo avviato il cambiamento. Solido il patrimonio, le sedi sociali, al centro ed in periferia. Non abbiamo venduto o dovuto svendere. Il tutto senza l’”accattonaggio” dello “sconto” sulle tessere ai trasmigratori. Il volontariato qualifica tutti i nostri gruppi dirigenti, la militanza è il valore della tessera, della quota socio unica: tutti uguali, dalle Alpi alla Sicilia. Si rafforzerà questo lavoro con i congressi regionali nel 2022. Un rinnovamento disinteressato, per scelta e in armonia alle leggi del no profit. Non ci sono né stipendi “ piccoli o grandi” né indennità da difendere, come da altre parti.
Da noi il personale esecutivo è al servizio degli obiettivi politico programmatici ed è una ricchezza comune, dell’associazione diffusa.
Non ci sono preoccupazioni. Dall’unità, non vogliamo avere soldi, coperture organizzative o supplenze ma investire e così cedere anche una parte di sovranità e dare ai cacciatori di questi politiche, servizi, attività sportive comuni, di questi rappresentiamo il pensiero. Non rappresentiamo altre categorie ed interessi.
Allora chiediamo: Si solleva il tema dell’unità di intenti parlando a chi? Per quanto a nostra conoscenza, il contenuto è lo Statuto di un ente ed è li che si riportano finalità e scopi (intenti è addirittura meno vincolante). Scriviamo un capitolo, un libro di fini comuni e un corrispondente statuto rappresentativo, radicato, rispettoso di pluralismo e autonomia, regole e controlli che aggreghino le associazioni dei cacciatori.
La FIdC, la più numerosa tra le associazioni, ancorché non più espressione della maggioranza dei cacciatori, avrà compreso che una parte di “seguaci di Diana” si interroga per sapere cosa sono “le associazioni” e se vendono solo le assicurazioni?
Scriva, proponga finalità e scopi. I nostri documenti li ha letti e commentati a Chianciano insieme al Presidente del CNCN. In quella sede la FIdC rappresentò una immagine preoccupante: “la narrazione dei cacciatori nel fortino assediati” preoccupati di uscire perché troverebbero tutti contro. Questo è non avere intenti e fini positivi.
La Cabina di Regia, conseguentemente, è la plastica foto del fortino del Presidente di FIdC, una Cabina occasionale, “balneare”, per ricevere la posta e smistarla a discrezione del “portiere” con attenzione al condomino più compiacente.
Chi ha dichiarato che si è compatti, uniti, fermi nelle decisioni ha detto cose che non appartengono alla realtà ed è sconfessato da chi scrive che non ci sono intenti comuni. Nascondere le tensioni e le furbizie, gli scontri nelle regioni tra le associazioni. Fingere, nascondere sotto al tappeto i problemi non è buona pratica.
La trasparenza più totale, per la nuova organizzazione unitaria è un dovere. Si vuole che la Federazione/Confederazione nascitura abbia bilanci certificati da apposita società. Noi ci siamo. Certifichiamo così anche l’autonomia dai partiti, da eventuali finanziatori e finaliziati, smentendo gli accostamenti di una parte di stampa, che accreditata anche a rapporti con forze politiche. Investire nell’unità perché ci guadagnino i cacciatori. A questa diffusa speranza, non si risponde guardando a soluzioni pasticciate, al marchingegno tecnico giuridico azzeccagarbugli. Un giuramento di libertà per una libera unione. Diamo la parola ai cacciatori, ascoltiamoli insieme. Forza avanti!