È con sorpresa che le associazioni aderenti alla Cabina di Regia Toscana hanno appreso, leggendo una locandina, del convegno che si terrà il prossimo 15 aprile nella prestigiosa sala Pegaso della Presidenza della Regione in Piazza Duomo a Firenze.
Il tema sarà il Piano Faunistico Venatorio Regionale, che rappresenta lo strumento di programmazione su tutta la materia faunistica e venatoria, un atto fondamentale ed indispensabile per attuare le politiche regionali di settore.
Il PFVR è scaduto nel 2015 e negli ultimi 8 anni è stato sollecitato più volte, sia dalle Associazioni Venatorie che dallo stesso Consiglio Regionale.
Il Piano è di una importanza determinante ed il suo ritardo è una delle cause principali del declino della gestione faunistica e venatoria in Toscana, oltre che di una serie di incertezze e disparità di trattamento sul territorio della stessa regione.
Ne sono un esempio gli appostamenti fissi, con differenze nella concessione a seconda della provincia in cui ricadono, gli istituti faunistici, le ZRC e ZRV, le linee guida per la liquidazione dei danni all’agricoltura.
Per non parlare della situazione degli ATC, che privi di linee guida unitarie, presentano ormai differenze enormi nella gestione, e dove si è sfasciato anche il coordinamento unitario che rappresentava un riferimento per la Regione.
Queste sono solo alcune delle conseguenze di 8 anni di mancata programmazione da parte della Regione.
La riunione del 15 aprile presenta alcuni punti di criticità nei confronti di buona parte del mondo venatorio sui quali è necessaria una riflessione per ottenere quella chiarezza che finora è mancata con l’assessorato all’Agricoltura.
Premesso che i tempi per l’approvazione del nuovo piano sono ancora molto lunghi, non meno di 2 anni, praticamente alla fine dell’attuale legislatura, se consideriamo gli adempimenti, le consultazioni, i recepimenti di modifiche e soprattutto le valutazioni di tipo ambientale obbligatorie, possiamo dire che si “inaugura” qualcosa che è ben lungi da vedere la luce.
Inoltre, non si è mai visto un convegno organizzato dalla Regione Toscana dove le conclusioni vengono fatte dal presidente di una associazione venatoria. Sorgono dubbi sulla effettiva paternità dell’iniziativa e sui motivi che hanno spinto l’assessore Saccardi a sponsorizzare in maniera così forte una sola associazione, togliendo di fatto ogni rappresentanza alla metà del mondo venatorio regionale.
Non si tratta solo di una scelta di campo ma di una forzatura che esclude i rappresentanti di quasi 30.000 cacciatori toscani. Alle nostre proteste per un evento di parte, platealmente organizzato da un’associazione, con il solo cappello della Regione, sono arrivate solo vaghe proposte di ripetere con noi eventi simili a quello già programmato per il 15 aprile.
Ai cacciatori non interessa chi arriva primo, chi pubblica le delibere in anticipo di un’ora rispetto alla loro adozione, chi utilizza il logo regionale per i propri comunicati senza essere autorizzato.
Ai cacciatori interessano la caccia, la gestione del territorio, le specie cacciabili, i periodi, i luoghi, le certezze. Non i contrasti o le corse a chi alza per primo la bandiera.
La Regione aveva, fino ad un recente passato, sempre avuto un ruolo inclusivo, teso al coinvolgimento di tutti i portatori di interesse in materia, per giungere insieme alle scelte di programmazione. Questo non avviene più, con grave danno per tutto il mondo venatorio, che si trova sempre più diviso e quindi più debole.
Inutili gli appelli all’unità dei cacciatori se poi vengono prese queste scorciatoie.
Se al convegno del 15 aprile la Regione presenterà il Piano solo ad una platea limitata e marginalmente rappresentativa, chiediamo che lo stesso testo venga contestualmente pubblicato e messo a disposizione di tutte le sigle dei cacciatori e per questo facciamo appello al Garante della Comunicazione, oltre che al Presidente e al Vicepresidente della Giunta Regionale.
Le Associazioni Componenti la Cabina di Regia della Toscana: Arcicaccia, Enalcaccia, Italcaccia e Liberacaccia della Toscana