Un importante riconoscimento è stato assegnato a tre Parchi italiani: la Iucn (Unione Internazionale per la Conservazione della Natura) li ha inseriti nella propria Green list. Su questo abbiamo raccolto una dichiarazione di Luca Santini Presidente del Parco nazionale Foreste casentinesi, monte Falterona e Campigna, cacciatore e socio Arci Caccia, che ci ha espresso tutta la sua soddisfazione: “E’ il maggior riconoscimento che può avere un’area protetta. Già nel 2017 eravamo entrati a far parte del Patrimonio dell’Umanità Unesco, ma la Green list è un’altra cosa. La certificazione dell’Unesco valuta la capacità dell’uomo di conservare intatto un patrimonio che ci ha dato la natura, l’iscrizione dell’IUCN anche la nostra capacità di governarlo in relazione al contesto sociale ed economico. Questa viene accordata a quelle aree protette che hanno saputo meglio governare il proprio territorio, con una valutazione che tiene conto di ben 49 parametri. Vale cinque anni e, da qui al 2026, ci impegneremo per essere riconfermati in questo gruppo di eccellenza (59) su circa 230.000 aree protette prese in considerazione a livello mondiale”.
Alleghiamo il bell’articolo apparso su Repubblica che spiega nel dettaglio l’evento:
Ci sono tre parchi italiani nella ‘green list’ mondiale
di Cristina Nadotti
Dei 24 parchi nazionali italiani ben tre sono stati inseriti quest’anno nella “Green list” dell’Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn), cioè l’elenco in cui rientrano i migliori in termini di conservazione naturalistica e gestione sostenibile. I nuovi ingressi italiani riguardano il Parco dell’Arcipelago Toscano e il Parco delle foreste Casentinesi, mentre il Parco del Gran Paradiso rientra nella lista per la terza volta dal 2014. La Green List Iucn è il primo standard globale per la valutazione delle aree protette e rappresenta un approccio di gestione ed un programma di certificazione delle aree protette ideato per valorizzare la gestione efficace ed efficiente del capitale naturale.
In altre parole, i tre parchi italiani rientrano tra le 46 aree in 14 Paesi in tutto il mondo nei quali non soltanto si proteggono aree terrestri, fluviali, lacuali e marine che contengono ecosistemi, formazioni fisiche, geologiche o biologiche di valore tale da essere preservate, ma si attuano interventi utili anche a valorizzare queste aree e sperimentare pratiche di gestione utili per la conservazione di tutti gli ambienti naturali. La Francia è la nazione europea che figura con il maggior numero di parchi (13) e quest’anno con i nuovi inserimenti di altre aree francesi, il nuovo ingresso della Corea del Sud e della Svizzera la Green list include 59 i parchi naturali distribuiti in 16 paesi.
l comitato che inserisce i parchi nella Green list non considera soltanto la gestione, la programmazione, gli organismi di controllo e i risultati della conservazione: molto importante ai fini del riconoscimento sono gli aspetti che riguardano la partecipazione e la condivisione con le comunità e il territorio in materia di sostenibilità. La sostenibilità, in particolare, viene valutata in base alle infrastrutture all’interno delle aree protette e le attività produttive che vi si svolgono. In altri termini, viene considerato che non basta adoperarsi perché le aree naturali siano preservate, bisogna assicurarsi che la loro protezione sia di lunga durata perché condivisa dalle comunità che le abitano senza danni economici.
La sostenibilità a lungo termine dei meccanismi di protezione dell’ambiente è tema centrale della transizione ecologica. Il ministro Roberto Cingolani, titolare del dicastero che ha “sostituito” quello dell’Ambiente, ha infatti subito rimarcato che “i parchi nazionali italiani saranno anche tra i protagonisti del Piano nazionale di ripresa e resilienza” e che il riconoscimento “incoraggia ad ampliare la rete delle aree protette e a investirvi con convinzione”. In Italia esistono 871 aree protette, per un totale di oltre 3 milioni di ettari tutelati a terra, circa 2.850mila ettari a mare e 658 chilometri di costa. Oltre ai 24 parchi nazionali che coprono quasi 1,5 milioni di ettari a terra e 71mila a mare ci sono poi 32 aree marine protette, per un’estensione di circa 222mila ettari. A questi vanno aggiunti due parchi sommersi e il Santuario internazionale dei mammiferi marini, con altri 2.5 milioni di ettari protetti.
Mentre il Parco del Gran Paradiso è il più vecchio d’Italia, istituito nel 1922, il Parco delle Foreste Casentinesi e quello dell’Arcipelago Toscano sono relativamente giovani, nati il primo nel 1993 e il secondo nel 1997.
ll Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna copre un’area di circa 368 chilometri quadrati divisa fra l’Emilia Romagna e la Toscana, nelle province di Forlì-Cesena, Arezzo e Firenze. Secondo il presidente del Parco, Luca Santini, “la Green list rappresenta l’apogeo di un palmarès d’eccezione, dopo il riconoscimento, nel 2017, come patrimonio dell’Umanità Unesco, il primo in Italia per il valore ecologico di un ambiente naturale”. Il riconoscimento Unesco era arrivato, in particolare, per le faggete vetuste e la riserva integrale di Sasso Fratino.
Anche per il Parco Nazionale Arcipelago Toscano l’inserimento nella Green list arriva dopo altri importanti riconoscimenti quali l’inserimento nel sito Unesco come Riserva della biosfera, il Diploma Europeo delle Aree Protette assegnato dal Consiglio d’Europa con riferimento all’Isola di Montecristo, la certificazione della Carta Europea del Turismo Sostenibile nelle Aree Protette assegnata da Europarc Federation. Il Parco tutela, nel rispetto delle attività umane, un patrimonio inestimabile sia in ambiente marino, sia terrestre, sia storico.
In entrambe le aree sono inoltre attivi da tempo progetti di grandissima importanza sia per la lotta alle specie aliene sia per la tutela della biodiversità. Sull’isola di Montecristo è stato portato avanti uno dei progetti più importanti di eradicazione di una specie invasiva, il ratto nero, per consentire di nuovo la nidificazione delle berte e la ripresa della popolazione di farfalle. Nel Parco delle foreste casentinesi, grazie a una lodevole intuizione promozionale, si è portata l’attenzione su eventi stagionali come il foliage e si è dato vita a inziative di volontariato indispensabili per la protezione dell’ambiente quali il censimento di cervi e lupi.