Sulla situazione attuale e passata degli Atc Fiorentini, occorre operare per fare un minimo di chiarezza. In un articolo uscito recentemente sulla stampa, si torna a parlare della gestione degli ambiti del capoluogo.
Ci uniamo alle perplessità di chi rileva l’originalità della costituzione di una società con scopo di lucro da parte di un’associazione venatoria. Società nata con lo scopo di lavorare in ATC dove, spesso e volentieri, la suddetta Associazione, in un modo o nell’altro poteva contare sulla maggioranza assoluta dei rappresentanti. Certo, in passato, la dirigenza toscana della nostra associazione ha parzialmente avvallato questa pratica discutibile. Posizione che l’ha portata in aperto contrasto con il resto dell’Arci Caccia ed ha avviato un percorso che ha causato addirittura una scissione. Adesso questi signori hanno traslocato, passando armi e bagagli nell’associazione maggioritaria, con cui evidentemente si trovano più in sintonia e noi stiamo lavorando per un nuovo corso, basato sulla trasparenza e la correttezza anche nei rapporti con gli ATC. Questo per rispondere all’intervista rilasciata dall’ex presidente dell’ATC 4, che ci chiama in causa assieme a Fidc per la costituzione dell’onerosissimo contratto di servizio con la società Oikos. L’ex presidente, agricoltore, ma anche cacciatore (indovinate con quale tessera in tasca) ci informa di essersi dimesso, non per le inchieste in corso, ma per lasciare il timone ad un cacciatore, non trovando giusta la guida di un ATC in mano ad un agricoltore… Ci preme sottolineare che, in un modo o nell’altro, tutte le associazioni principali erano presenti nell’ATC, magari rappresentate da agricoltori o ambientalisti, anche se con pesi decisamente diversi, quindi chi è senza peccato lanci la prima pietra, e che, comunque, quella che c’è adesso, non è la stessa Arci Caccia di allora. Noi abbiamo pagato un prezzo salato sull’altare della trasparenza e dell’integrità. Adesso è forse il caso che qualcun altro compia lo stesso percorso.
Arci Caccia Toscana