Mentre scorrono veloci le settimane che ci dividono dall’apertura della nuova stagione venatoria, siamo al passaggio finale in Regione per il testo che domani troverà definizione in Consiglio Regionale. Dopo il dibattito nelle commissioni congiunte agricoltura e ambiente, il testo domani andrà in Consiglio col sostegno unanime della maggioranza. Leonardo Marras, inoltre, ha convocato il gruppo PD per concordare le posizioni che saranno unitariamente portate in Consiglio. L’obbiettivo prioritario, auspichiamo, sarà far finalmente decollare i nuovi ATC e con essi i nuovi organismi. Sarà così che le innovazioni previste negli aggiornamenti di legge, potranno operare con la prossima apertura. Ci sembra positivo, che contrariamente ad alcune voci, vi sia la ricerca della massima omogeneità tra il lavoro del Consiglio e quello della Giunta per far convergere tutte le energie a migliorare la gestione della caccia e per affrontare meglio il tema dei danni che alcune specie producono agli imprenditori agricoli. Ci sarà, subito dopo, la nomina negli ATC dei rappresentanti degli enti locali. Già da quest’anno si potranno, anche grazie ad un più organico controllo pubblico sulla gestione, superare alcuni limiti del passato. L’Arci Caccia crede fortemente che, anche grazie alle nuove norme, la Toscana, possa riprendere un ruolo guida anche nel confronto con le esperienze di altre Regioni. Nel contempo speriamo che, forte della futura sperimentazione, da questa possano venire quelle verifiche che consentano di portare a piena valorizzazione il sistema di gestione sociale, l’unico che può vincere la scommessa della caccia compatibile, con l’impegno per la tutela e l’arricchimento della biodiversità. Oltretutto, sarà importante il pieno impegno di tutti i tecnici regionali nel lavoro di supporto e controllo sui progetti degli ATC. La scommessa si vince con la piena partecipazione delle rappresentanze plurali di tutte le categorie interessate, nel rispetto della loro presenza territoriale così come previsto dalle normative. In particolare la posta in palio si raggiungerà se le associazioni agricole, venatorie e ambientaliste saranno tutte nelle condizioni di assolvere al loro ruolo. E’ dal confronto che queste traggono legittimazione e funzione. Questa è la via anche per il rilancio delle associazioni venatorie più numerose, per recuperare quel consenso che, in parte, perdono per il calo dei cacciatori ma anche perché, negli anni scorsi, i nembrotti sono andati verso altre esperienze, esprimendo critiche alle maggioritarie. Non ci sono scorciatoie derivanti da sistemi di nomina per nessuno dei portatori d’interessi. Nemmeno con meccanismi che purtroppo consentono di essere rappresentati oggi, anche attraverso associazioni parallele. La sola tessera non è in sé per sé sinonimo di rappresentanza territoriale organizzata. La Toscana, anche rispetto ad altre istituzioni, ha avuto sempre grande attenzione ad assicurare la più ampia partecipazione, anche in materia di gestione faunistica. Siamo certi, e per questo apprezziamo, che l’approccio democratico e partecipato, che distingue questa regione, rispetto ad altre esperienze purtroppo portate, attraverso tecnicismi, a ridurre il pluralismo, sarà un modello che potrà essere utile all’intero paese.